Vino italiano in Francia? La chiave è il cibo o le memorie di viaggio

Massimo Passaseo rappresenta la terza generazione di italiani in Francia, e come le due precedenti  commercia in prodotti gastronomici e vino italiano in Francia.

Massimo conosce come le sue tasche il paese dove la sua famiglia è approdata anni prima e dove è cresciuto a cavallo tra la cultura italiana e quella francese.

La passione e la curiosità per gli abbinamenti tra cibo e vino di Massimo iniziano tra i banchi di un istituto alberghiero, frequentato oramai 23 anni fa.

Proprio tra i banchi di scuola ha compreso l’importanza del cuoco/chef nella costruzione dell’esperienza degustativa, che deve essere composta necessariamente dall’abbinamento tra cibo e vino. Insomma, quando si mangia bene si deve bere altrettanto bene!

La sua azienda è stata fondata 6 anni fa.  Questa è a gestione familiare e promuove i prodotti enogastronomici e il vino italiano in Francia. Questi sono prodotti da aziende virtuose italiane provenienti da 20 differenti regioni.

L’enogastronomia italiana, soprattutto i vini, ha un riscontro importante in Francia. Infatti, secondo Massimo la curiosità e l’apertura dei francesi è stata stata fondamentale per il successo della sua attività.

Inoltre, un calice di vino italiano ricorda ai francesi le vacanze, le avventure di viaggio in Italia,  un’esperienza degustativa o un momento di relax con un amico.

 

Non solamente vini piemontesi, toscani, pugliesi destano interesse anche i vini del Lazio. Promuoverli e osservare le reazioni all’assaggio di un vino del Lazio è un capolavoro, una soddisfazione immensa. Inoltre, è ancora più interessante ammirare la reazione di un cliente che scopre che oltre ai piatti della tradizionale cucina romana la regione produce anche ottimo vino. Per di più disponibili per differenti fasce di prezzo e varietà mai incontrate prima.

Infatti, un bellone o un nero buono rappresentano una scoperta sorprendente per un amante del vino in Francia. I clienti associano con gusti e vini conosciuti di altre regioni per confermare la qualità dell’assaggio. Questi li relazionano con ricette della cucina romana e ne riconoscono il livello, l’eleganza e il valore.

Ad incoraggiare i clienti è anche la disponibilità di Bellone e Nero Buono in vini appartenenti a diverse fasce di prezzo, dalla qualità media e alta.

I francesi che visitano Roma sono molti e gioverebbe all’immagine e il posizionamento del vino laziale una maggiore promozione sul mercato romano. Infatti, sostiene Massimo, molti dei turisti che giungono a Roma cercano e apprezzano la cucina regionale, ma dimenticano di bere laziale e trovano/cercano vini piemontesi o toscani.

Massimo sostiene che uno dei vini a catturare la sua attenzione della Cincinnato è stato l’Ercole. Nello specifico, questo ha un rapporto qualità prezzo interessante, non è una riserva ma è un vino elegante, equilibrato e di pregio.

Infatti, è possibile far conoscere un vino ad un pubblico solamente con buoni prodotti che dimostrino una costanza nelle varie annate e che non sia un Grand Cru. Sono molte le caratteristiche che fanno dell’Ercole il vino italiano ideale da proporre in Francia.

Infatti, l’Ercole, che non è alcolico, dai tannini giusti, una finezza apprezzabile e dalla notevole profondità.

Questo è più di un vino da tenere in una bella cassa di legno, ma da gustare con un ottimo piatto e facile da bere.

Proprio l’Ercole ha inaugurato il viaggio alla scoperta dei vini del Lazio e della Cincinnato da parte di Massimo che ha avuto poi modo di apprezzare altre referenze, tra le quali Enyo e Kora.

Le caratteristiche che fanno dell’Ercole un vino italiano interessante e giusto secondo Massimo, consentono l’accostamento con cibi francesi.

Tra le ricette francesi alle quali possiamo abbinare l’Ercole possiamo citare il manzo alla bourguignon (boeuf bourguignon), il guanciale di manzo (joue de beuf) oppure il capriolo. Queste sono pietanze che i francesi mangiano almeno una volta a settimana.

Possiamo esaltare l’Ercole anche abbinandolo ad una tartare di manzo, piatto di macinato di manzo crudo conosciuto in tutto il mondo.

Una buona tartare accompagnata da verdure di stagione e patate fritte fatte in casa abbinata ad un nero buono in una tipica brasserie francese è un’esperienza unica.

Un colpo di fortuna e la ricerca di un abbinamento specifico tra cibo e vino italiano porta a conoscere vitigni autoctoni e aziende come Cincinnato in Francia.

Massimo afferma che cercando dei bianchi da abbinare a pesce e crostacei si è imbattuto nella Cincinnato. Ha apprezzato lo stile della bottiglia e l’ampiezza e continuità della gamma. Questo consente di soddisfare esigenze specifiche dei clienti, ad esempio offrire una vendemmia tardiva al calice.

Da una conoscenza virtuale al Vinitaly. Massimo ha avuto modo di conoscere e testare in prima persona il rapporto e continuare a costruire la fiducia, che si alimenta tutto l’anno.

In conclusione, è proprio il dialogo e il rapporto autentico che portano poi a scoprire nuove commistioni tra sapori italiani e francesi.